Gli studi indicano che la mortalità associata all’intervento chirurgico tradizionale nell’aneurisma dell’aorta addominale (chirurgia con laparotomia cioè apertura chirurgica dell’addome) è circa il 1,5%, ma può arrivare fino all’8% se si operano anche i pazienti più anziani in condizioni più gravi e in fase di rottura.

 Con il trattamento endovascolare, cioè con accesso addominale attraverso tecnica percutanea transfemorale (arterie localizzate a livello dell’inguine), la mortalità scende al di sotto dell’uno per cento e si riducono le complicanze della fase acuta della chirurgia aperta, che comportano lunghi ricoveri o degenze in terapia intensiva.

La tecnica endovascolare percutanea non può essere applicata in presenza di arterie particolarmente tortuose od ostruite che possono impedire la progressione delle protesi al loro interno.

Attualmente sono disponibili endoprotesi di piccolo calibro con sistemi di ancoraggio prossimale, che possono essere impiantati anche in presenza di colletti sottorenali corti (10 mm) e angolati.

Questo perfezionamento tecnico consiste nella presenza di uno stent aperto nel tratto prossimale della endoprotesi, che viene rilasciato davanti all’emergenza delle arterie renali senza procurare alterazioni di perfusione renale. Ciò ha consentito di allargare le indicazioni della procedura endovascolare anche in presenza di varianti anatomiche di grado elevato.